[…] “Quando il Beato Leopoldo partì per Spoleto il tempo dell’incertezza e del ripensamento lo aveva lasciato sui poggi di Gaiche dove pascolavano le greggi. Lì c’erano spazi che concedevano libertà e movimento per saltellare al modo che sanno fare i fanciulli; correva dove regna l’erica e la ginestra, e dove la foglia del bosco e tutti i fili d’erba della prateria sorridevano all’alba ogni mattina. Correva, correva per sentire tutta la trama dell’universo che gli penetrava dentro; non era l’aria fresca, né il tepore del sole e nemmeno l’odore pungente di qualche cipresso, ma quell’insieme di fili invisibili che sin da allora lo catturarono. (Paoloni Paolo)
La nebbia ci accompagna nell’ escursione d’ autunno, tuffandoci nel paesaggio senza contorni, fino a svanire qui, in questo poggio di Gaiche dove brilla il sole. (Michela Meloni)